Mi piace l’idea di inaugurare questo blog piatando un albero: sia l’atto concreto, per ovvi motivi, sia quello metaforico sono positivi e potenti.
Una volta, al termine di un corso di formazione in cui la componente empatica e il lavoro, individuale e di gruppo, sulle proprie emozioni era stato molto coinvolgente, il formatore come saluto finale ci fece scambiare dei regali metaforici. Io decisi di regalare a una persona del gruppo un albero. Ci fu un momento di smarrimento. Perplessità. Certo è forse un regalo inusuale, ma riflettendoci neanche poi tanto, è diverso: è un regalo speciale.
Non mi riferisco alla simbologia della vita, alla sua ciclicità e simili – per qualcuno possono pure avere un senso eh – parlo più concretamente della sua bellezza, della sua fisicità, della calma trasmessa. Parlo della sua forza: sotto un albero ci si sente sempre al sicuro.
E così, dicevo, ho piantato un albero per davvero, un modo per compensare un po’ della CO2 prodotta dal blog
E così prendo due piccioni con una fava 😉
Ah, sapete qual è il mio albero preferito?

Ancient olive tree located on the Greek island of Crete. It is one of seven olive trees in the Mediterranean believed to be at least 2,000 to 3,000 years old.
Green corner
Under a tree you feel always safe. It works with me at least, and I like the symbolic meaning of a tree as something rooted in our imagery and our feelings, not to mention how much we need to preserve them.
Therefore, I celebrated the opening of this blog with a tree. I mean, I real one. I joined a program and I “planted” a tree as a little CO2-compensation, and as a symbol of something slowly growing and reach in meaning.